Sesso con immigrati in Molise

La testata registrata FuturoMolise pubblica un articolo che titola:

Isernia – Sesso con immigrati. Donne anche coniugate approfitterebbero dell’occasione.

L’articolo non riporta nulla di preciso, sono accuse, frutto a quanto pare di gossip sul web, ma la cosa che mi lascia interdetto è che ad accompagnare il pezzo ci sono due scatti fotografici che danno a intendere al “lettore per caso” che quelle siano foto che dimostrano i fatti. Non è ben chiaro cosa si dovrebbe vedere nelle immagini, solo che una presenta un tondino rosso, come a dire che quella è la prova dei fatti narrati.

Ma una ricerca sul web della durata di pochissimi secondi ci porta alla fonte di quelle immagini: un articolo di Libero Quotidiano che risale a gennaio 2017, articolo che presentava poche righe e un video, il titolo?

Cammina sul marciapiede, ma non si salva: colpito a velocità folle

Sì, quelle due foto che accompagnano il gossip non giornalistico vengono proprio da quel video, che non è nemmeno ambientato in Molise ma in India, e non si capisce cosa debbano entrarci in un articolo che dovrebbe parlare di sesso coi migranti.

Ma basta leggere i toni dell’articolo per capire di che genere di giornalismo si tratti:

Certamente nulla di male si sa, questi giovani prestanti, hanno bisogno dei loro sfoghi e parrebbe che le signore apprezzino molto questo genere di trasgressione, tanto da elargire in cambio di prestazioni soddisfacenti anche telefonini costosi, cuffie e vestiti alla moda, oltre a condurli presso le loro abitazioni o a consumare fugacemente un’ora di piacere anche in macchina, lontani da occhi indiscreti, se regolarmente coniugate.

Si, proprio così, alcune signore dai trent’anni in su, con rapporti coniugali difficili, sarebbero fortemente interessate ad evadere dal menage familiare e a trovare – eufemisticamente – ristoro tra le braccia dei giovani africani.

Girano anche sui social foto di auto, sospette proprio nei pressi di questi centri e in molti casi si conoscono anche le generalità di queste signore, che per ragioni di privacy e di facili denunce nel caso si rivelassero, si cancellano le targhe e si pubblicano solo le vetture, ma chi riprende con il cellulare, oltre alle forze dell’ordine, sanno bene di chi si tratta.

Siamo alla chiacchiera da parrucchiere, con tutto il rispetto per la nobile professione.

L’idea che qualcuno venga pagato (quanto poco conta) per scrivere articoli di questo genere mi deprime davvero tanto.

maicolengel at butac punto it
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