La Tesla che va all’ospedale da sola

Un uomo che ha avuto un infarto mentre guidava è stato trasportato automaticamente in ospedale dalla sua macchina elettrica?

La notizia di cui parliamo oggi rientra tra quelle che vengono pubblicate più per generare traffico che per reale interesse nella notizia stessa. Sono tantissime le testate che nei giorni scorsi hanno riportato la storia dell’uomo statunitense che si sarebbe salvato dall’infarto grazie alla guida autonoma della sua Tesla, che lo avrebbe portato in ospedale senza che lui la guidasse.

La notizia, che è apparsa su tutti i quotidiani italiani, ci racconta appunto di questo americano che alle 2 del mattino del primo aprile si sarebbe sentito male. E grazie al fatto che Tesla aveva appena sbloccato la capacità per tutti i veicoli della sua linea di utilizzare il full self-driving, lui è salito sulla sua vettura in uno stato di disidratazione molto severa e con livelli di glucosio sballati a causa di un malfunzionamento della sua pompa per l’insulina e, senza nessun momento da perdere, con la sua Tesla model Y ha attivato appunto la modalità full self-driving e ha detto alla macchina di guidare per le 13 miglia che lo separavano dal pronto soccorso medico più vicino.

Secondo i racconti la macchina l’avrebbe guidato fino là, parcheggiando in autonomia all’arrivo e permettendogli di richiedere immediata attenzione medica.

La notizia compare una prima volta l’11 aprile su un sito dal nome Torque News, che riprende un testo virgolettato attribuito al signor Max Paul Franklin. La fonte è il profilo Twitter di Max Paul, che il 10 aprile 2024 scriveva:

My Crazy True Story

On April 1st, Tesla unlocked Full Self-Driving capability for all Tesla vehicles in America. In a moment of dire need, at 2:00 am the following morning, I found myself grappling with severe dehydration and a blood glucose level of 670 due to a malfunction in my insulin pump. With no time to spare, I turned to my Model Y for assistance. Engaging the new Full Self-Driving feature with a simple double click on the steering column stalk, I was astounded by the results. Without any intervention, the car skillfully navigated the 13-mile journey from my home to the VA Emergency Room, offering to autonomously park it upon arrival and let me seek immediate medical attention. Despite enduring a mild heart attack, I left the hospital with no restrictions on my exercise regimen, a testament to the swift and efficient response facilitated by the vehicle and the # 1 VA in America. As an owner of luxury vehicles including Porsche, Mercedes, BMW, Acura, and Cadillac, I can unequivocally declare Tesla the pinnacle of automotive innovation today. Its lifesaving capabilities in critical moments underscore its superiority. The leap from traditional vehicles to Tesla’s Full Self-Driving functionality is like upgrading from a basic phone to a smartphone. As a resident of a solar-powered home, the cost of energy for the last 7000 miles has been minimal, I’ve saved nearly $1000. I extend my gratitude to Elon Musk for his crazy erratic leadership in advancing technology that is more than just transportation. As someone who shares Elon’s place “on the spectrum”, I am particularly appreciative of his commitment to excellence and innovation. He has profoundly impacted our world and personally impacted my own. Thanks, Tesla, and thanks, Charles George VA Medical Center team!

Il tweet viene commentato dallo stesso Elon Musk, che lo riposta con queste parole:

Quello che Musk però non spiega è che la modalità full self-driving non è esattamente quella che chiamiamo guida autonoma, o meglio ha qualche grado di autonomia ma ha comunque bisogno che il pilota sia sveglio e presente, come spiegato chiaramente sul sito stesso della Tesla:

The currently enabled Autopilot, Enhanced Autopilot and Full Self-Driving features require active driver supervision and do not make the vehicle autonomous.

E invece tutti parlano di guida autonoma, quando in realtà l’utente ha dovuto rimanere con le mani a contatto col volante e con gli occhi aperti e vigili. Sia chiaro, di suo la notizia è ottima, e fa ben auspicare per il futuro della guida autonoma, ma ad oggi, anche dopo che Tesla ha attivato la modalità FSD, ci sono azioni che il guidatore deve fare. Arriverà il giorno in cui si tratterà veramente di un robo-taxi, ma oggi non è ancora quel giorno.

A questo vorremmo aggiungere che il tweet di quattro giorni dopo di Max Paul nel quale informa di essersi abbonato al servizio FSD suona tantissimo come una marchetta pubblicitaria:

 

La notizia la troviamo riportata da tabloid di vario genere e da decine di quotidiani italiani, ma sulla stampa internazionale, quella di serie A – come BBC, Reuters, CNN – a oggi non se ne trova traccia. Questa, per noi di BUTAC, è la dimostrazione del pessimo stato del giornalismo nel nostro Paese, quello che preferisce mirare al facile sensazionalismo invece che cercare vere notizie, magari di quelle importanti, meritevoli di attirare la nostra attenzione. E dire che il mondo è in subbuglio, con conflitti di livello internazionale, imminenti elezioni europee, la corsa alla Casa Bianca e così via: non dovrebbero esserci problemi a trovare notizie di caratura elevata con cui riempire le pagine. Ma forse mancano i giornalisti di sufficiente caratura per farlo.

maicolengel at butac punto it

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