La supertecnologia dietro ai test antigenici rapidi

...a partire da un tweet molto discusso negli ultimi giorni

Ha iniziato a girare su Twitter – social che non frequento – per poi approdare su Facebook, LinkedIn e forse anche su Instagram l’immagine di un SARS-CoV-2 Rapid Antigen Test. Il tweet in questione, datato 8 gennaio, è di un noto negazionista spagnolo (tale Blas_de_Lezox):

 

Inutile dire che il “povero” Blas è stato blastato in tutti i modi su Twitter, qui una delle risposte più carine. Ma alla fine per i non addetti ai lavori potrebbe sorgere il dubbio di come una striscetta, un pezzetto di panno e qualche goccia possano effettivamente fornire una risposta a un quesito medico. Ci sono persone che hanno testato anche il succo di frutta, l’acqua del rubinetto o i kiwi (ve lo ricordate?) per dimostrare che questo tipo di test non è attendibile, è un bluff, la pandemia non esiste (magari fosse tutto un bluff eh…) eccetera eccetera.

Bene, sperando di non dire troppe castronerie avendo studiato queste cose più di vent’anni fa, e sperando di non essere troppo prolissa, cercherò di spiegarvelo.

Questi test funzionano con una “tecnologia” chiamata cromatorafia su strato sottile (TLC, Thin Layer Chromatography).

La TLC è una tecnica utilizzata per separare i composti di una miscela in base alla loro affinità. È un metodo di separazione estremamente versatile, ampiamente usato per analisi qualitative e quantitative, ed è composta da due fasi: la fase stazionaria e la fase mobile. La fase stazionaria è rappresentata da uno strato sottile di materiale assorbente, solitamente gel di silice o ossido di alluminio o cellulosa, depositato sulla superficie di una lastra di materiale inerte, generalmente vetro, plastica o alluminio. In gergo si dice che si semina una goccia del campione su un’estremità della lastra da TLC. La fase mobile, nel caso dei test rapidi antigenici, è rappresentata dal liquido dove viene immerso il campione. La fase mobile risale lungo la superficie della lastra per capillarità.

Nella striscia cromatografica del SARS-CoV-2 Rapid Antigen Test c’è una proteina che si lega specificamente con l’antigene del virus facendo comparire un trattino colorato lungo la striscia. Questo è ciò che vediamo come “positivo”. La linea di controllo invece contiene una proteina diversa che si lega specificamente a un’altra proteina inserita volutamente nella soluzione tampone. La soluzione tampone è quel liquido dove inserite il “bastoncino” che avete passato nelle narici. Nel nostro caso la fase mobile è formata dalla soluzione tampone + il materiale passato dal bastoncino alla soluzione stessa. La linea di controllo, dicevamo, serve per verificare che il test sia stato eseguito correttamente e sia correttamente funzionante. Ad esempio se le piastrine vengono trattate in maniera non corretta la fase stazionaria potrebbe staccarsi, o durante la produzione la fase stazionaria potrebbe non essere stata stesa in maniera uniforme.

La soluzione tampone in cui è inserito il campione ha un’altra funzione cioè serve come tampone vero e proprio, stabilizzando il pH. Questo è molto importante perché sia la proteina inserita sulla striscia cromatografica sia l’antigene del virus a cui essa si lega sono molto sensibili ai cambiamenti del pH. Se cambiamo il loro pH, le proteine cambieranno la loro forma, e di conseguenza, potrebbero o non legarsi e dare un risultato definito “falso negativo”, oppure la proteina sulla striscia potrebbe rivelare il colore da sola, senza legarsi a nulla, e in questo caso si avrebbe come risultato un “falso positivo”. Non voglio dilungarmi troppo sulla struttura delle proteine e su come queste siano pH dipendenti, ci sono parecchi studi che lo dimostrano, ma si entra davvero nel tecnico e non è facile da spiegare.

Questi problemi possono capitare anche con variazioni importanti di temperatura, se c’è scritto di mantenerli tra +5 e +25°C non metteteli in congelatore.

Tutti quelli che provano i test con acqua, succhi di frutta, spremute varie, kiwi, bevande di vario genere, stanno alterando il pH della striscia: le proteine possono andare incontro a un cambiamento della forma e rivelare un falso positivo.

Come sempre è tutta una questione di chimica e di biologia, ma chi diffonde questa assurdità non lo sa né vuole saperlo.

Thunderstruck @ butac . it

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