Toyota, l’idrogeno e il sensazionalismo

L'idrogeno è il futuro della mobilità green? Approfondiamo insieme questa notizia, data da moltissimi giornali

Sono anni che ci segnalate articoli che raccontano di come l’idrogeno sia il futuro della mobilità green, articoli che quasi sempre citano Toyota – perché sarebbe l’azienda automobilistica che più sta sperimentando in quel settore.

Titolava Fanpage il 13 giugno 2025:

L’ultima rivoluzione di Toyota vuole sconvolgere il mondo dell’auto: il motore va ad idrogeno liquido

Articolo che parte da questo sommario:

Mentre l’industria automobilistica si muove compatta verso l’elettrico, Toyota rilancia sull’idrogeno. Il colosso giapponese presenta un nuovo motore alimentato a idrogeno liquido, accoppiato a un sistema ibrido. Dalle corse alla produzione industriale, l’obiettivo è chiaro: decarbonizzare senza rinunciare a prestazioni e autonomia.

L’articolo, come i tanti altri che vediamo circolare non è altro che  la ripresa dei i comunicati stampa di Toyota, senza che venga fatto alcun approfondimento, prendendo per buone le parole degli uffici marketing dell’azienda.

Ma le cose sono veramente come vengono raccontate?

Tecnologia poco efficiente

Ne abbiamo già parlato ma riteniamo sia importante ripeterlo: l’idrogeno ha un’efficienza molto bassa. La combustione dell’idrogeno, infatti, ha un rendimento energetico che si può definire ridicolo rispetto all’uso diretto in celle a combustibile o all’elettrico a batteria. Inoltre l’idrogeno liquido deve essere mantenuto a -253° e l’energia per liquefarlo è enorme. Rifornire un auto a idrogeno liquido è un’operazione decisamente più complessa che fare il pieno alla batteria di un’elettrica. Perché queste cose non vengono raccontate nei tanti articoli ripresi da testate italiane, anche di primo piano nel mondo dei motori? Beh, come ripetiamo da qualche anno nel nostro Paese si rema contro l’elettrico, cercando ogni possibile appiglio per dare a intendere che non sia una tecnologia matura per un cambio di motorizzazioni, ma è una sciocchezza. Soprattutto se invece si cerca di far passare l’idrogeno come una valida alternativa.

Le stazioni di rifornimento

Oltretutto, ed è una delle cose che a me fa più sorridere, non viene quasi mai raccontato che in tutto il mondo attualmente ci sono pochissime stazioni di rifornimento per auto a idrogeno: alla fine del 2024 si stima ce ne fossero circa 294 in tutta Europa. Avete letto bene: duecentonovantaquattro, contro le 137mila stazioni di rifornimento tradizionali. E – mentre dotare le stazioni di rifornimento tradizionali con ricariche per auto elettriche è un opera sì costosa, ma di semplice realizzazione – aumentare le stazioni a idrogeno è decisamente più complesso.

Costi e impatto ambientale

Toyota nei suoi comunicati stampa omette alcuni dettagli che forse non tutti conoscono. La produzione attuale di idrogeno nel mondo è ottenuta al 95% dal gas metano, quindi con forti emissioni di CO2. L’idrogeno verde di cui si parla tanto, che viene realizzato grazie all’elettrolisi da fonti rinnovabili, è molto costoso e a bassa efficienza. Infine non viene mai raccontato che, con tutti i passaggi necessari, il ciclo completo dell’idrogeno liquido spreca circa il 70% dell’energia iniziale. Che Toyota ometta questi dettagli è comprensibile, che non li spieghi il giornalista che sceglie di parlarne è la dimostrazione che ha una specifica agenda da seguire, la quale non prevede la verifica dei fatti ma solo riportare quanto detto da altri, poco conta se questo contribuisce al disordine informativo.

Green marketing

Quello che fa Toyota, raccontando dell’auto a idrogeno liquido portata a Le Mans, è pura pubblicità, non una svolta tecnologica. Sfruttano le tematiche di ecologia e ambiente non perché abbiano dimostrato che sia utile o sostenibile, ma perché sanno che così riescono a trovare spazio sui giornali dedicati al mondo dei motori. Si chiama “green washing” ed è una tecnica di marketing ormai molto diffusa, e anche particolarmente sgradevole vista la situazione climatica attuale.

Concludendo

Spacciare l’idrogeno come una rivoluzione imminente e sostenibile è unicamente una mossa strategica, scelta da un’azienda che grazie a essa è riuscita a farsi tanta pubblicità, specie nei Paesi più refrattari all’elettrico. Vedere quante testate giornalistiche accettano di veicolare questa informazione senza approfondirla dimostra purtroppo lo stato pietoso del giornalismo italiano.

maicolengel at butac punto it

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