Variante Delta e percentuali

Casi quadruplicati in Italia? Vediamo i numeri

Il 25 giugno su ANSA Salute & Benessere è stato pubblicato un articolo che parla di variante Delta. Titolo dell’articolo:

Covid: Locatelli, la prima dose vaccino non copre da variante Delta

A noi dell’affermazione del titolo interessa relativamente, abbiamo già spiegato più volte che la prima dose può non proteggere dal contagio, il livello di protezione che si raggiunge dipende da caso a caso e da vaccino a vaccino. Ma non è per questo che parliamo dell’articolo di ANSA.

Il lettore che ce l’ha segnalato (grazie Alessandro) ha messo in evidenza una parte specifica di quel pezzo:

La variante Delta avanza in Italia e nell’arco di un mese i casi sono quadruplicati, passando dal 4.2% del totale delle infezioni in maggio al 16,8% in giugno: sono numeri ancora bassi, quelli preliminari forniti dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in attesa dei risultati completi dell’indagine lampo

Quindi ANSA sostiene che sono quadruplicati i casi, ma lo fa sulla base di dati sbagliati. Cerchiamo di spiegare le cose un po’ meglio, usando le parole con cui il nostro lettore le ha spiegate, perché sono di una semplicità spiazzante:

…affermare che i casi di delta sono quadruplicati perché è quadruplicata la percentuale è chiaramente scorretto, sarebbe vero se tra maggio e giugno il numero totale dei contagi fosse rimasto stabile…

Io non voglio rigirare il dito nella piaga, ma chi scrive sui giornali e ha in tasca il tesserino da giornalista non dovrebbe aver bisogno di siti di fact-checking per rendersi conto di queste cose. Sia chiaro, il problema non è affatto di ANSA, il 26 giugno così titolava Adnkronos:

Variante Delta, casi quadruplicati in Italia: dai sintomi ai vaccini cosa sappiamo

Nel sottotitolo riportano ovviamente le stesse percentuali dell’ANSA:

In un mese contagi passati dal 4,2% al 16,8% del totale delle infezioni. Ma due dosi di vaccino forniscono una forte protezione

Ma come è semplice verificare (ad esempio facendo i conti sul sito del Sole24Ore) la percentuale è quadruplicata, ma il numero dei contagiati a giugno rispetto a maggio è un quarto. Quindi il numero di casi è stabile, non quadruplicato. Lo spirito critico non è pervenuto in queste redazioni.

Ovviamente se le due principali agenzie di stampa del Paese titolano sostenendo che sono quadruplicati i casi di variante Delta, tutte le testate giornalistiche del Paese riprendono la notizia, che probabilmente sarà stata riportata anche in qualche TG. E voi che assorbite queste informazioni da media che ritenete attendibili venite sistematicamente disinformati.

La variante Delta nel nostro paese non è quadruplicata. Solo che oggi, con meno contagi, sta facendo la sua strada per diventare la variante dominante.

Ma se guardiamo i numeri, e non le percentuali, le cose cambiano un bel po’. A maggio in media ci sono stati circa 6300 contagi giornalieri monitorati, a giugno (facendo il conto parziale su 25 giorni) ci sono stati in media circa 1510 casi al giorno. 1510 è poco meno di un quarto di 6300, il numero di varianti delta quotidiane è circa di 260 casi a giugno come a maggio, a maggio però 260 casi erano, in percentuale, un quarto dei 260 casi di giugno, calcolati sul totale delle infezioni.

Sia chiaro, è importante monitorare la situazione e tenere sotto controllo la prevalenza di una variante su quella principale. Ma titolare come hanno fatto in tanti, senza spiegare i numeri, contribuisce solo alla disinformazione.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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