Zelensky, il video falso e War on fakes

La propaganda russa sdoganata su La7

Su La7 durante il Tg Speciale del 19.03 (da 1.16.00) il direttore Mentana ha lanciato un servizio di Carla Rumor, accompagnato da questa frase: “Da più parti, sia nei confronti di Putin sia nel confronti di Zelensky, si è dubitato sulla genuinità delle cose che si sono viste”… poi suggerisce che sia comprensibile che il presidente ucraino non giri tranquillamente per una città assediata.

Il video di Zelensky nella piazza centrale di Kyiv

Il servizio che segue, dopo un excursus su alcune inquadrature sospette durante l’intervento di Putin allo stadio Luzniki di Mosca, sdogana, senza rendersene conto (vogliamo augurarci), una fantasia di complotto prodotta ad arte dal sito e canale Telegram Guerra ai falsi, megafono di propaganda russa [*] di cui avevo parlato qui. Non sappiamo se questo sia successo perché a La7 erano esausti dalle maratone e stressati da questo momento difficile, ma anche solo nominando il sito/canale Telegram dei troll russi senza contestualizzarlo e avallando il messaggio che il video di Zelensky sia effettivamente un falso, La7 ha fatto un assist notevolissimo ai propagandisti russi in una partita ben più importante di quel che il TG sembra suggerire. La partita che Mentana e i suoi sembrano non contemplare è che la propaganda sta puntando da settimane sul fatto che Zelensky sia scappato da Kyiv e non, come dicono in studio a La7 poco dopo il servizio, che sia “normale che in una città assediata non se se stia lì fermo”.

Perché questo è molto grave e dovremmo preoccuparcene

Ammettendo che l’interpretazione frettolosamente definitiva sulla non-autenticità del video postato da Zelensky il 19 marzo sia scappata di mano, e mandata in onda accreditandola senza verifiche come “cosa certamente falsa” (un commentatore poco dopo dice che il video “è palesemente falso”) questo è grave perché rivela diversi elementi:

1. Sembra che a La7, e non sono certo gli ultimi arrivati, non abbiano assolutamente contezza di cosa ci sia in ballo: in uno speciale che tratta espressamente di fake news, accreditano con una leggerezza imbarazzante una notizia presa da una fonte certamente di parte, senza segnalarlo ma anzi nominandolo senza fare una piega: se anche i gestori di “Guerra ai falsi” (vedi punto 2) non fossero troll professionisti (non possiamo saperlo con certezza, ma supponiamo di sì) sono come minimo giornalisti russi su territorio russo, e quindi tenuti a sottostare alla “legge sulle fake news” promulgata da Putin, ovvero a pubblicare solo notizie che rispettino la linea editoriale imposta dal Cremlino, non esattamente sempre aderente alla realtà dei fatti. E il nome, che nelle intenzioni sembra combattere le notizie false, passato in TV senza battere ciglio può facilmente trarre in inganno qualche spettatore.

2. Tutto sommato sembra che a La7, o perlomeno nello studio di Mentana, nessuno conosca i nomi e cognomi della propaganda russa, visto che citano Война с фейками (Guerra contro i falsi) senza specificare di cosa si tratti, andandogli dietro senza valutare quanto sia sofisticata la manipolazione che essi operano, insomma senza rendersi conto di cosa hanno di fronte.

3. Sembra che ignorino anche, il che è ancora più grave, il fatto che una fetta consistente della nostra società è oggi – proprio su temi analoghi a questo – affacciata a una porta di ingresso che ha un suono di richiamo ben definito, indecisa se entrarci. Questo suono di richiamo somiglia in modo impressionante a quel che è stato detto in onda sul TG: sono tutti uguali, tutti stanno mentendo. In un caso si parla di scontro tra Russia e Ucraina, nell’altro si parla di media mainstream. Come dimostreremo più avanti, in questo caso La7 ha fatto un errore grossolano.

4. Happy ending: l’unica buona notizia che si possa trarre da questa circostanza, in forma di provocazione, è la dimostrazione – per chi la volesse cogliere, e stiamo parlando ora a una platea diversa da quella di prima, più o meno asserragliata in una certa trincea – che La7 non fa parte della “propaganda atlantista”, come in molti sostengono. Come mai, altrimenti, darebbe credito e visibilità a un falso che arriva dritto dal Cremlino?

Ormai però il danno è fatto, il messaggio è passato ed è pronto a fare danni, con la benedizione di una grande rete del mainstream italiano, rivelando per una volta ancora come tutto il nostro sistema sia permeabile alla propaganda e alla disinformazione creata a tavolino, in un momento storico che somiglia in modo inquietante a un assedio – questo sì che si può dire che non sia iniziato il 24 febbraio (ci torniamo in un altro post) – in cui il conflitto si gioca su livelli diversi, laddove ogni fake è una porta di ingresso (il rabbit hole tanto caro agli appassionati di teorie del complotto) che si affaccia su una realtà alternativa, da cui molte persone rischiano di non uscire mai più.

Il video ripreso su TikTok

Uno stralcio del servizio è a sua volta stato ripreso il 20 marzo da un profilo TikTok, Gazn_news24, che ha aggiunto delle didascalie: “ZELENSKY e le sue Fake News” e “La prova che non è a KIEV” (in questo momento ha 40.200 like e 1.406 commenti).

La sovrapposizione di queste didascalie, la voce della conduttrice, il logo di La7 sono un mix esplosivo in grado di catturare l’attenzione di chiunque, e il messaggio arriva chiarissimo: “Le cose non stanno affatto come ce le raccontano, ci stanno mentendo di proposito su tutta la linea”.

Il caso del nostro amico di TikTok è paradigmatico, a partire dalla descrizione del suo profilo: “A noi interessa darvi SOLO la VERITÀ”. Noi chi? Io la vorrei abbracciare questa persona, perché con tutte le views che ha fatto e 40K like è riuscito proprio su questo video a fare anche avanguardia con la grammatica italiana:

si nota molto bene il profilo del maglione che stanno usando un green screen

Questo profilo TikTok fino agli inizi di marzo postava video di sciate sulla neve con i bambini, poi è scattata una qualche molla che nel giro di tre settimane è riuscita a trasformare questo utente in un “sito di news” che ci vuole dire “SOLO la VERITA’” e che ribatte come verità tutta la narrazione di propaganda. Questo video, il più visualizzato e condiviso al momento, ha già fatto più di 1 milione di views. Che salto, vero? La propaganda premia. Sarà difficile tornare indietro.

Ma Zelensky è a Kyiv o no?

Ma insomma, Zalensky è a Kyiv oppure no? È a Mariupol? Oppure a Brasov? E se fosse contemporaneamente in diversi luoghi, come un elettrone in sovrapposizione quantistica? Questo non è un dettaglio da poco, visto che l’immagine del “presidente eroicamente in prima linea” è una componente tra le più forti della narrazione di questo conflitto. Se è scappato e finge di essere là, la sua immagine crolla drammaticamente, ergo la narrazione russa ne guadagna. Se dovessimo invece pensarlo là, assediato a Kiev, avremmmo un punto a suo favore e anche l’ennesima prova di quanto sia sofisticata la propaganda russa. E fidatevi, sono bravi. Tra i migliori al mondo.

Passiamo ora al debunking dell’affermazione che vuole il video come un sicuro fake.

I troll di “Guerra ai falsi” sostengono almeno dall’8 marzo che Zelensky non sia a Kyiv. State attenti a come lavora il troll travestito da debunker: che non sia là, lo danno per verità assoluta. L’8 marzo infatti dichiarano che Zelensky non è a Kyiv, o meglio che sia falso affermare che è a Kyiv:

Falso: Volodymyr Zelensky è a Kiev. Questo è quanto afferma lo stesso presidente dell’Ucraina nei suoi social network.

Che sia altrove (e la dimostrazione di questo essere altrove), sarebbe invece “suggerito” da “molte teorie”, da “alcuni rapporti”, da “opzioni” e da alcuni “è possibile che”:

Verità: attorno ai movimenti del presidente dell’Ucraina si stanno costruendo molte teorie.

Già a questo punto, se leggete BUTAC da tempo, dovrebbe accendersi un campanello. Da queste colonne è piuttosto raro che si sostengano tesi così perentorie come “la Vera Verità (правда- Pravda)”. Un debunker non pretende di rivelare una verità, l’approccio è invece quello di provare a indicare porte di ingresso che si affacciano su narrazioni tossiche che pretendono di dirvi la Verità ma che non hanno argomenti affatto convincenti, anche se “sembrano” convincenti: e proprio questo è il punto.

Leggiamo da “guerra ai falsi” (Google Translator permettendo):

Secondo alcuni rapporti, si trova in un bunker a Leopoli, dove probabilmente è stato ricreato l’interno del suo ufficio di Kiev, ma il quadro non è stato appeso.

Un’altra opzione per la posizione di Zelensky è la città rumena di Brasov. Gli utenti del sito web Flightradar hanno attirato l’attenzione su due “colonne” di aeromobili. Verso le 15, ora di Mosca, un aereo non identificato è decollato dal confine tra Ucraina e Romania, accompagnato da quattro elicotteri delle Forze armate ucraine. La pista di volo si è interrotta nella regione di Brasov. Verso le 16.30 ora di Mosca, tre aerei, che non trasmettono informazioni su se stessi, e un altro elicottero delle forze armate ucraine entrano per atterrare all’aeroporto di Brasov.

Nei pressi dell’aeroporto della città, un aereo cargo militare della Nato, arrivato dalla base britannica Middenhall, fa dei cerchi nell’aria.

È possibile che gli aerei stiano trasportando Zelensky e la sua squadra.

Lo vedete che sono bravi? La collaudata strategia troll: ti insinuo il dubbio che ci sia qualcosa che non quadra, ma comunque una cosa è certa e te la dico io, perentoriamente: Zelensky non è a Kyiv. Ho prove per dirlo? Assolutamente no. Ma come nelle fallacie logiche è sufficiente spacciare un’opinione o un’inferenza per un fatto accertato per costruire una serie di conclusioni fuorvianti, così in questa narrazione basta suggerire il fatto che alcuni dettagli dei video “sembrano” creati ad arte, il fatto che alcuni aeroplani si sono spostati in un certo modo… E la pettinatura? Vogliamo parlare della pettinatura? Sarebbe da incarcerare per quel ciuffo. La fantasia di complotto non ha bisogno di altro, unisci i puntini, aggiungi il sospetto, crea una maionese teorica e vai dove ti porta il cuore. (Questo è un meccanismo che viene usato in tutte le fantasie di complotto).

Ma il video è un falso o no?

La cosa che più attira l’attenzione è senza dubbio il video che è stato ripreso da La7 e dal nostro amico su TikTok: il video che “sembra in chroma key”, quello del 19 marzo, in notturna con le luci gialle sullo sfondo. E che “sembri” in chroma key è indiscutibile, soprattutto se qualcuno ve lo mostra dicendo: guarda come sembra finto! Però…

La percezione è una cosa strana. Esiste il finto che sembra vero e anche il vero che sembra finto. Quando Elon Musk ha mandato in orbita una Tesla e ha visto le immagini in diretta dallo spazio ci è rimasto male: se avessero creato il tutto in CGI, oltre a costare decisamente meno, la Tesla Roadster con il manichino spaziale sarebbe sembrata molto più realistica. La luce nello spazio, invece, restituiva un’immagine diversa dalle aspettative. La conclusione di Musk è stata: vedete, sembra finto, questo dimostra che è vero.

Per mia disgrazia anche io ho partecipato alla realizzazione di più di un video, sia in green screen che senza. Alcuni di questi ultimi sembrano finti, girati in green screen. Anche se io so per certo che non lo sono. Maledetti direttori della fotografia, fai chilometri per avere un’intervista in esterna, ma più son bravi e meglio staccano il soggetto dallo sfondo. A quel punto stavo a casa. Fateci caso, provate a guardare video diversi, magari di inviati in esterna, mettendovi da soli il dubbio che potrebbero essere girati in green screen. Avrete conferme qui e là. Avrete l’impressione che molti sembrino in chroma key senza esserlo, molti altri sembreranno autenticamente “in location” essendo invece girati su green screen.

Analizzando questo video concentrandomi sui dettagli evidenziati dai troll di “Guerra ai falsi” cerco solo gli indizi che mi suggeriscono loro e ignoro quelli che sembrano invece dirmi che il video potrebbe essere autentico, come l’ombra a destra di Zelensky mentre si avvicina, che è coerente con il resto dell’immagine e deporrebbe a suo favore. Perché creare ad arte l’ombra e poi farsi scappare un effetto di trasparenza sulla spalla? Mi pare più probabile che quel dettaglio e molti altri di quelli indicati dai troll siano quelle che in gergo si chiamano “aberrazioni”, dovute alla compressione del video.

Guerra ai falsi punta il dito sul fatto che non si vede condensa mentre Zelensky parla, nonostante il freddo. Mi pare pretestuoso dire: fa freddo, dovrebbe esserci condensa (e Zelensky dovrebbe avere la giacca), senza considerare una quantità infinita di variabili come il grado di umidità, la temperatura, il fatto che molte lampade per fare i video, se sono di un certo tipo, scaldano molto il soggetto che illuminano e l’aria che ha intorno. Dire: “Non c’è vapore” non mi pare, francamente, un indizio per affermare che questo video è certamente falso e girato in studio. Vi porreste mai il problema se sapeste per certo che è autentico? Ne dubito.

I dettagli tecnici

C’è, però, soprattutto un secondo dettaglio che mi salta all’occhio solo dopo molte volte che ho scorso questo video: la messa a fuoco, nei primissimi secondi, cerca di seguire Zelensky che le viene incontro. La camera è probabilmente una camera professionale con la messa a fuoco manuale, deduco questo da due fattori: in primis se giri in 4k e monti il video in HD hai la possibilità di staccare in asse (entrando nell’inquadratura per uno stacco, metti che Zelensky, anche se è un professionista, abbia sbagliato una frase: questo stacco ti permette di prendere la ripresa venuta meglio delle due che ha fatto, lo stacco c’è, anche negli altri video, e ha un effetto in ogni caso drammatico, perché il soggetto ti arriva in primo piano sulle parti più intense). Il secondo motivo, che ci interessa di più, è per l’appunto il fatto che si vede un cambio di fuoco eseguito manualmente. Nel primo fotogramma il fuoco è sul volto di Zelensky, anche se non è precisissimo, mentre viene avanti l’operatore cerca di seguirlo, anche se non è precisissimo nemmeno qui (non è facile), e poco dopo, a 5 secondi da 0, l’operatore corregge di nuovo il fuoco. Abbiamo quindi tre cambi di fuoco e, importante: il cambio di fuoco sullo sfondo è coerente, cambia anch’esso tre volte in quelle stesse tre occasioni da 0 a 5 secondi, per poi rimanere fisso. Ora mi direte, soprattutto se avete già deciso che il video è fake, che tutto questo si può fare anche digitalmente. Certo che si può fare, ma di nuovo: perché a questo punto stare così attenti a un dettaglio che salta all’occhio solo dopo ore di analisi? Quanto tempo avranno avuto per pubblicare questo video i film-maker di Zelensky?

Ma lo scopo, qui, è di convincervi solo di una cosa: dire che il video è sicuramente falso è falso. Potrebbe essere girato in studio? Potrebbe benissimo. Però…

Se seguiamo la “teoria” e facciamo “finta” di credere che il video dell’8 marzo sia falso, e che quello del 19 sia anche esso falso, come si spiega che i due video del l’11 marzo siano molto più facilmente autentici? Perché questo è molto più facile da dimostrare.

I video dell’11 marzo

I video dell’11 infatti devono avere messo in crisi i nostri amici troll, che si arrampicano sui vetri con teorie molto meno convincenti del solito, ma devono comunque insistere su ciò che hanno dovuto dare per vero fino a quel momento: hanno detto che Zelensky è scappato, non può più essere a Kyiv, giusto? Devono essere falsi anche questi! Questi video dell’11 marzo, però, sono girati in esterno giorno, con cielo variabile (un po’ di nuvolo, un po’ di sole). E qui non si scappa, creare un falso così, in tempi brevi, sarebbe un’impresa veramente, veramente complicatissima: lo sfondo si rabbuia per una nuvola, Zelensky viene in ombra, esce il sole, Zelensky prende luce. Se sei capace di architettare una cosa del genere l’11 marzo, come mai il 19 diventi un incapace e non ti accorgi che il video che hai appena girato sembra finto? Se hai la tecnologia e le capacità di mettere in scena il video dell’11 in uno studio, perché non la usi otto giorni dopo? Zelensky è forse scappato dopo il video dell’11? Allora è falso dire che è scappato prima dell’8, cosa che sostengono i troll dandola come Verità. Potrebbe averlo registrato prima di fuggire? Sarebbe molto difficile che sapesse vedere nel futuro e parlare di eventi nel dettaglio come i mercenari dalla Siria, i bombardamenti a Dnipro e altro.

La cosa più importante, prima ancora di decidere se un video è vero o falso (non possiamo comunque avere la certezza di nessuno dei due casi), è realizzare che “Guerra ai falsi” – in ognuna di queste opzioni – non dice la verità. È semplice dimostrare che non lo fa in diverse occasioni e che mente sapendo di mentire, e questo dimostra la sua completa cattiva fede e non attendibilità su tutti i fronti. Non si tratta di una svista qui o di un errore là. E nemmeno di smontare un “indizio” dopo l’altro. Questa entità falsifica scientemente, costruisce narrazioni tossiche contraddicendo continuamente se stessa in diversi frangenti, all’unico scopo di propugnare fantasie di complotto e information disorder e convincere più persone possibile a pensare che “tutto sia coagulabile nella loro tesi”, come per esempio “Zelensky non è a Kyiv”, “indizio” dopo “indizio”, senza doversi assumere il peso di dimostrare veramente nulla. Questo è il distacco ontologico tra un troll e un debunker.

“Guerra ai falsi” è propaganda travestita da debunking, lo si evince chiaramente dalle strategie che adotta e se non capite la differenza e vi sembrano due verità sullo stesso piano, semplicemente contrapposte, è grave.

Lo so, è dura. Aspettatevi di peggio, perché, come ho già detto, questi troll sono bravi. Molto bravi. Pensate che postano una ventina di contenuti di questo tipo al giorno. Il canale Telegram ha 730.000 iscritti e il numero di persone (grazie anche a scivoloni come il TG di La7) che in Italia prendono per vere le loro informazioni, pensando di avere trovato “finalmente qualcuno che gli dice la verità” mentre si bevono acriticamente la propaganda del Cremlino (dopotutto dicono che fanno la guerra ai falsi, perché non credergli?), dovrebbe farci preoccupare. Come se non lo fossimo già abbastanza, con più di 10 milioni di persone che da un giorno all’altro si ritrovano improvvisamente senza una casa. Già.

E purtroppo non abbiamo ricette per uscire da questa tragedia.

anDREAM

[*] L’8 agosto PolitiFact ha pubblicato un report sul sito “War on fakes”, reperibile qui, in cui definisce i fact-checking sul sito “notizie di disinformazione pro-Russia infarcite di falsità sulla situazione in Ucraina” e spiega che “molti degli articoli sono tentativi per far ricadere sull’Ucraina la responsabilità delle atrocità compiute dalla Russia” tramite “ben note tecniche di propaganda russa: incoerenza, affermazioni numerose e ripetute, dichiarazioni palesemente false” allo scopo di “confondere i lettori che cercano di capire quanto sta accadendo in Ucraina”.

P.S. Per alleggerire, qui possiamo vedere un esempio divertente, un’immagine staccata dallo sfondo con fari di temperatura colore diversa dall’ambiente circostante: se la camera fosse su cavalletto, sarebbe molto simile al video del 19 marzo.

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