In commercio la prima auto a idrogeno?

No: non è la prima, non è l'unica, e non è nemmeno così sostenibile e conveniente come si sostiene in certi post...

Oggi tratto un argomento che, prima che da qualche segnalazione, mi è giunto all’orecchio grazie a un amico. Amico il quale, quando ha sentito che ero in procinto di comperare una macchina nuova, si è subito premurato di avvertirmi di stare lontano dall’elettrico, e magari di attendere invece l’arrivo delle auto a idrogeno anche qui in Italia.

Il racconto entusiasta sull’auto a idrogeno era così dettagliato che mi sono incuriosito e mi sono messo a fare qualche ricerca. Ho quindi trovato una possibile fonte: un post sui social. Fa sempre un po’ impressione rendersi conto di quanto il sapere attuale venga non dalla lettura e dall’approfondimento di argomenti all’effettiva fonte, ma spesso arrivi direttamente da post social, magari riciclati come farina del proprio sacco. Il post che ho trovato e che riassume quanto mi è stato raccontato risulta essere stato postato una prima volta il 31 maggio 2021 da un sostenitore del Movimento 5 Stelle – lo evidenzio solo in quanto nell’immagine profilo ha le cinque stelle sotto alla sua faccia -, Nicola Lupo:

‼️IN AUSTRALIA ENTRA IN COMMERCIO LA PRIMA AUTO AD IDROGENO‼️
Mentre da noi si cercano le ultime gocce di petrolio, in Australia viene commercializzata la prima auto ad idrogeno, con tanto di stazioni per la ricarica in soli 5 minuti.
L’auto percorre 900 chilometri con un pieno e mentre si muove purifica l’aria.
Per la prima volta la tecnologia del fuel cell ad idrogeno viene applicata di serie su un’autovettura commercializzata e che soprattutto permette di avere un’autonomia così significativa, con tempi di ricarica bassissimi.
Si tratta della Hyundai Nexo un auto di piccola cilindrata che batte tutti i produttori di auto mondiali e stabilisce un record di sostenibilità; con un carico di 6,27 chilogrammi di idrogeno purifica 449.100 litri di aria durante il tragitto (quanto il consumo del respiro di 33 persone per un giorno intero) e dal suo tubo di scarico emette solo acqua. Questa automobile non produce CO2, nè altre emissioni inquinanti;
basti pensare che un veicolo equivalente, con motore a combustione tradizionale, sulla stessa distanza emette circa 126 kg di CO2.
Il motore ad idrogeno entra così nel mercato delle auto e punta ad affiancarsi a quello elettrico tra le soluzioni di mobilità sostenibile che il mondo sta adottando. La Hyunday diventa così la prima casa automobilistica mondiale a produrre un veicolo a celle a combustibile a idrogeno per il mercato.
L’auto monta un sistema di celle a combustibile a idrogeno che per generare elettricità fa passare il gas attraverso una struttura membranosa dove incontra l’aria presa dall’ambiente esterno, un processo che alimenta un motore elettrico. L’elettricità generata in eccesso, compresa l’energia accumulata durante la frenata, viene immagazzinata in una batteria agli ioni di litio. Il rifornimento della Nexo impiega 5 minuti.
La prima nazione dove l’auto è stata messa in vendita è l’Australia, dove sono state costruite anche le prime stazioni di rifornimento.
Una vera visione di futuro sostenibile.

Da allora il post circola condiviso o copiato e incollato un po’ ovunque. Purtroppo è un post pieno di errori, imprecisioni e omissioni, pertanto crediamo sia il caso approfondire.

La prima auto a idrogeno

In realtà la prima auto a idrogeno prodotta e venduta per il mercato di massa è stata la Hyundai Tucson FCEV, commercializzata tra il 2013 e il 2018, quindi il post parte raccontando una bugia. E già questo la dice lunga sull’affidabilità di tutto il resto. La Hyundai Nexo (che è fotografata nel post di Nicola Lupo e in tutti quelli che lo seguono), esiste ed è commercializzata dal 2018, ma non è la prima e non è nemmeno l’unica auto a idrogeno sul mercato, esiste anche la Toyota Mirai, commercializzata anche in Europa.

Idrogeno ecologico?

Ma, sottigliezze su chi abbia prodotto la prima auto a idrogeno a parte, è davvero meglio l’auto a idrogeno di quella elettrica? Al momento non ci risulta. Sia chiaro, è vero che l’idrogeno come scarico rilascia solo e unicamente acqua, ma l’idrogeno puro che può essere usato come vettore energetico va prodotto. È vero che è l’elemento più abbondante dell’universo osservabile, ma, a oggi, per averne dobbiamo produrlo, non lo si trova normalmente sulla Terra. Come spiega Wikipedia:

…l’idrogeno atomico e molecolare è assai scarso in natura, ovvero l’elemento in sé si trova combinato assieme ad altri elementi in vari composti sulla crosta terrestre; esso dunque non è una fonte primaria di energia come lo sono gas naturalepetrolio e carbone, in quanto deve essere prodotto artificialmente spendendo energia a partire da fonti energetiche primarie. Esso sarebbe quindi impiegabile unicamente come vettore energetico cioè come mezzo per immagazzinare e trasportare l’energia disponibile ove occorra, mentre il ciclo di produzione/utilizzo sarebbe comunque inefficiente dal punto di vista termodinamico poiché la sua produzione richiederebbe in genere un’energia maggiore di quella che poi si renderebbe disponibile attraverso la sua ‘combustione’…

…Attualmente il diidrogeno ottenuto da fonti solari, biologiche o elettriche ha un costo di produzione, in termini energetici, molto più elevato di quello della sua combustione per ottenere energia. H2 può essere ottenuto con un guadagno netto di energia a partire da fonti fossili, come il metano (le reazioni di sintesi sono infatti diverse da quelle di combustione), però si tratta di fonti energetiche non rinnovabili cioè destinate comunque a esaurirsi nel tempo e in più con emissioni dirette di CO2.

A questo vanno aggiunti i costi necessari per la realizzazione delle infrastrutture necessarie per convertire il sistema in uso attualmente a uno che prediliga l’idrogeno come vettore energetico, i quali si stima che sarebbero molto elevati.

Concludendo

Purtroppo da anni è evidente che esista uno zoccolo duro, anche abbastanza folto, di soggetti che non hanno alcuna intenzione di cedere al mercato delle auto elettriche, difendendo i motori termici a tutti i costi. Non sappiamo se sia il caso di usare il termine lobby, ma la cosa che rattrista di più è che lo stesso post venga condiviso anche da pagine di appassionati di motori senza che nessuno si prenda la briga di verificarlo con attenzione. Cosa non si fa pur di difendere il caro vecchio motore a benzina.

[EDIT DEL 05/12/2022: qualche giorno fa su The Conversation è uscito questo articolo (in inglese) dal suggestivo titolo “The days of the hydrogen car are already over”. E pensare che, secondo alcuni, l’avevano messa per la prima volta in commercio solo qualche giorno fa…

maicolengel at butac punto it

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