La leva coatta in Ucraina e la dezinformatsiya
Una notizia (negativa) sull'Ucraina che proviene da canali filorussi e che viene ripresa da alcuni giornalisti nostrani senza alcuno spirito critico

Ci siamo già occupati di notizie simili a quella che andremo a trattare oggi; chi ce l’ha segnalata ci ha inviato un link a un post social dove veniva condiviso l’articolo di cui vedete screenshot qui sopra.
L’articolo, di cui vedete screenshot in testa al nostro e che viene condiviso in queste ore, è un pezzo pubblicato dal Manifesto a febbraio 2025. Insieme a quello viene condiviso un altro screenshot, questo:

La cosa che fa un po’ sorridere – non fosse che c’è una guerra in corso con migliaia di morti – è leggere uno dei post con cui queste immagini vengono condivise:
Intanto nella “democraticissima” Ucraina, sempre più persone iniziano a perdere la pazienza, ma non per quello che raccontano i TG
Post che risale all’8 giugno 2025. Certo che se mi aspetto, in giugno, di sentire al TG notizie di febbraio devo essermi scolato sufficiente vodka.
Stepan Bilchenko
Ma veniamo all’analisi dei due screenshot, partendo con quello del Manifesto. L’articolo di febbraio cominciava così:
Stepan Bilchenko, obiettore riconosciuto che ha già svolto il servizio civile alternativo, è stato prelevato a forza dai reclutatori militari che in tutta l’Ucraina fanno posti di blocco per controllare i documenti dei ragazzi e spedirli al più vicino centro militare di mobilitazione (Vlk) dove le commissioni mediche militari (Mmc) ora lavorano 24 ore su 24 per fornire reclute al fronte. Bilchenko è stato fermato vicino al mercato di Stryi, nell’oblast’ di Leopoli. Si stava recando al lavoro, all’Università Nazionale Ivan Franko dove è assistente di laboratorio di fisica nucleare. È stato letteralmente rapito e poi è stato ritrovato nei pressi di Zhytomyr, a più di 400 chilometri di distanza, con gravi lesioni alla testa tra cui una frattura del cranio e un edema cerebrale. Ora è ricoverato all’ospedale di Kiev.
Il problema è che della notizia non si trova traccia se non su testate russe o filorusse, non proprio fonti affidabili per parlare di qualcuno che sarebbe stato ricoverato in un ospedale di Kyiv. Come hanno fatto ad avere quelle informazioni? Chi gliele avrebbe date? Il Manifesto cita Yurii Sheliazhenko (Юрій Шеляженко), pacifista ucraino detrattore di Zelensky fin da prima dell’invasione russa, il che la dice abbastanza lunga sul suo bias contro l’attuale governo ucraino. Inoltre in precedenza è stato fermato dalle autorità ucraine con l’accusa di aver giustificato l’invasione russa del Paese. A nostro avviso questi dettagli, prima di tutto, dovrebbero far sorgere qualche dubbio a qualsiasi buon giornalista sull’affidabilità del soggetto, ma dubbi o meno si tratta in ogni caso di dettagli che andrebbero riportati ai propri lettori. Il Manifesto non lo fa: l’articolo non ha un tono dubitativo.
Voi ve lo ricordate l’articolo sui movimenti pacifisti e la propaganda filorussa che abbiamo pubblicato in aprile, vero? Sarebbe bello che lo leggesse anche la redazione del Manifesto.
Sheliazhenko, comunque, secondo testate ucraine come Informator o Zaxid è considerato un agit-prop-filorusso che invita i cittadini a disertare.
Ma quindi la storia di Blichenko è falsa? Noi non possiamo certificarlo: le autorità russe – secondo quanto trovato su altre testate – sostengono che si sarebbe fatto male candendo da un carro, ma noi non siamno sul posto, come non ci risulta esserci il giornalista del Manifesto.
La popolazione stanca
Ma passiamo oltre. L’articolo del Faro Di Roma porta la firma di Vladimir Volcic, giornalista indipendente che dimostra la sua partigianeria su X con commenti come questo dove, rispondendo a un giornalista di RaiNews24, scrive:

Faro Di Roma ultimamente ha qualche problemino visto che gli antivirus lo riconoscono come sito “pericoloso”. Ma non temete, Volcic ora scrive anche su Specchio Riflesso, blog su wordpress dove attacca quelli che definisce “I Nuovi Mostri della Disinformazione Italiana”. L’immagine che accompagna il suo articolo ritrae volti che credo potrete riconoscere:
Insomma siamo di fronte a un “giornalista indipendente” che ha qualche pregiudizio sia verso l’Ucraina sia verso l’informazione italiana. Non proprio la fonte più affidabile da scegliere per parlare di storie che arrivano da Paesi in guerra, non trovate?
Come già scritto in precedente articolo:
In un’epoca in cui l’informazione viaggia alla velocità della luce, la valutazione di ogni condivisione con accuratezza e senso di responsabilità è più cruciale che mai. Quando si prende posizione su questioni complesse come i conflitti, è essenziale evitare di diffondere informazioni non verificate. L’errore non solo può danneggiare la nostra reputazione, ma può anche alimentare ulteriori tensioni: se hai qualche dubbio, non condividere!
In breve, è essenziale che ogni individuo si impegni ad essere un consumatore e un condivisore responsabile di informazioni.
A questo va aggiunto che gli attacchi contro i centri di reclutamento descritti da Volcic, secondo le autorità ucraine, sarebbero stati realizzati da agitatori filorussi, come riportato da Reuters:
Ukraine accused Russian spies of orchestrating multiple bomb attacks on its draft offices, as officials reported a new explosion on Wednesday that killed one person and hurt four more at a conscription centre in the west of the country.
Vale lo stesso discorso di prima: non essendo sul luogo, e non avendo prove affidabili, non possiamo darvi certezze di alcun genere, ma riteniamo corretto darvi tutti gli elementi del caso, cosa che né Il Manifesto nè Volcic ci pare abbiano fatto.
Già a marzo avevamo tentato un’analisi su questo tipo di notizie dall’Ucraina, analisi che terminava così:
La guerra in Ucraina è complessa e andrebbe analizzata con dati verificabili, non con post virali senza fonti. Ogni volta che leggiamo qualcosa che si allinea perfettamente ai nostri bias, fermiamoci e chiediamoci: è davvero così? O è solo l’ennesimo caso in cui la disinformazione si traveste da testimonianza diretta?
Anche oggi non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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