Il vino non è il tabacco…

...ma fa comunque male, e difenderlo a priori è sbagliato!

Il 13 gennaio 2023 sulla pagina Facebook ufficiale della Regione Emilia Romagna è apparso questo post:

🍷 Il vino non è il tabacco.
Certo, gli alcolici vanno bevuti con moderazione, scegliendo la qualità e non la quantità: lo sa senza dubbio una Regione che da una parte può vantare ben 30 vini con denominazione Docg, Doc e Igt, dall’altra affronta il problema dell’alcolismo con una rete forte di 41 Centri specializzati.
E proprio per questi motivi l’Emilia-Romagna non accetta ed è pronta a opporsi in ogni sede alla decisione, approvata dall’Unione Europea sulla base di una legge irlandese che potrebbe estendersi anche all’Italia, di riportare sulle bottiglie di vino la stessa tipologia di avvertimenti che viene utilizzata sulle sigarette, evidenziando un allarme sanitario che solo pochi mesi fa aveva escluso anche il Parlamento Europeo stesso.
Una etichettatura del genere sarebbe una vera e propria discriminazione, perché in Emilia-Romagna il vino è una eccellenza, una ricchezza economica, culturale e di tradizione.

I grassetti sono nostri, sono i tre punti che tratteremo qui sotto. Abbiamo già parlato dell’etichetta che sta venendo introdotta in Irlanda per indicare il rischio per la salute posto dal consumo di alcol. Potete leggere il nostro articolo qui.

Il vino non è tabacco

Beh direi che sia ovvio, il vino lo beviamo e il tabacco lo fumiamo, ma secondo lo IARC – l’Agenzia che si occupa della ricerca sul cancro e delle monografie grazie alle quali identificare i pericoli cancerogeni e le possibili cause ambientali – entrambi si trovano nella stessa categoria. Vi riporto un breve paragrafo che riassume bene i fatti e che risale al 2016, scritto dal Ministero della Salute di Hong Kong:

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il consumo di bevande alcoliche come cancerogeno per l’uomo (agente del gruppo 1) nel 2007. Studi condotti in tutto il mondo hanno costantemente dimostrato che il consumo regolare di alcol è associato a un aumento rischio di tumori orali, faringei, laringei ed esofagei. Se confrontato con le persone che non bevono, il consumo di circa 50 g di alcol (circa 5,3 unità) al giorno aumenterà il rischio di tumori di cui sopra da due a tre volte. Un’altra ricerca ha rilevato che il consumo giornaliero di 50 g di alcol aumenta il rischio di cancro al seno di 1,5 volte rispetto ai non bevitori.

Che calcolo difficile, a cosa corrispondono 50 grammi di alcol? Beh, non è così difficile scoprirlo. Facciamo un esempio partendo da una birra con gradazione alcolica al 5%, questo significa che il 5% del volume di detta birra è costituito da alcol puro, quindi per vedere quanto alcol contiene questa birra basta fare due calcoli molto semplici:

Se 1 litro=1000ml, e 1000×5%=50ml, sapendo che 1 ml di alcol pesa 0,8g arriviamo a moltiplicare 0.8×50=40g, quindi un litro di quella birra equivale a 40 g di alcol. Il post della Regione però faceva riferimento al vino, e da noi uno dei più commercializzati è il Sangiovese, che come gradazione alcolica è sui 12,5%, quindi: 1000*12,5%=125ml 0.8g*125=100g, pertanto “basta” mezzo litro di Sangiovese al giorno per superare la dose che aumenta il pericolo di sviluppare un cancro da due a tre volte. Sia chiaro, questo non significa che se bevi sicuramente svilupperai un cancro causato dall’alcol, come fumare non significa che sicuramente avrai un cancro ai polmoni. Si tratta di percentuali di rischio: più bevo e più fumo, più aumento quelle percentuali. Ma, come spiegava l’OMS in un articolo del 4 gennaio 2023:

Non possiamo parlare di un cosiddetto livello sicuro di consumo di alcol. Non importa quanto bevi: il rischio per la salute del bevitore inizia dalla prima goccia di qualsiasi bevanda alcolica. L’unica cosa che possiamo dire con certezza è che più bevi, più è dannoso o, in altre parole, meno bevi, più è sicuro.

E ancora:

… la regione europea dell’OMS ha il più alto livello di consumo di alcol e la più alta percentuale di bevitori nella popolazione. Qui, oltre 200 milioni di persone nella Regione sono a rischio di sviluppare un cancro attribuibile all’alcol.

In Europa siamo 746,4 milioni di abitanti, e circa un quarto rischiano di sviluppare un cancro causato dall’alcol. In Emilia Romagna vivono circa quattro milioni e mezzo di abitanti, e la Regione a quanto pare ha deciso che il rischio di avere un cancro di 1,2 milioni di suoi abitanti è meno importante del fatturato che il consumo di vino porta alla Regione.

La legge che potrebbe estendersi all’Italia

Qui potremmo parlare di disinformazione, in quanto la legge a cui si fa riferimento non è una legge europea ma, appunto, esclusivamente irlandese: è proprio il governo dell’Irlanda ad aver chiesto all’Unione Europea la possibilità di inserire in etichetta quelle avvertenze, per cercare di contrastare il fenomeno dell’alcolismo e delle sue devastanti conseguenze sulla salute dei suoi abitanti. L’Irlanda, tra i Paesi europei (non dell’UE, ma di tutta Europa) è al nono posto per consumo di alcol da adulti. L’Italia è al 25esimo posto. Nella varie classifiche che si trovano in rete legate al consumo d’alcol nel mondo ne usciamo bene, siamo uno dei paesi in cui l’alcolismo è meno piaga che altri, ma questo non significa che non ci sia, e anzi, la regione in cui si stima che si sia bevuto di più durante la pandemia è proprio l’Emilia Romagna.

La cosa più grave è che secondo l’Istituito superiore della sanità:

L’attenzione degli operatori sanitari al problema dell’abuso di alcol appare ancora troppo bassa: appena il 6% dei consumatori a “maggior rischio” riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno.

Quindi, ripetiamo: la legge non è un’iniziativa europea, e non può quindi estendersi all’Italia, visto che l’Irlanda non ha alcun potere decisionale su cose di questo genere. Quello che potrebbe succedere è che altri Paesi in cui il problema dell’alcolismo è molto sentito possano scegliere di chiedere quell’informazione in etichetta, e che lentamente l’iniziativa diventi generalizzata per tutte le bevande alcoliche vendute nell’Unione Europea. Ma quindi, se si tratta di tutte le bevande alcoliche, perché la Regione Emilia-Romagna parla di…

Discriminazione

Qui il post della Regione tocca il gradino più basso, quello assolutamente disinformativo. Una legge come quella irlandese colpisce tutte le bevande alcoliche, non c’è nessuna discriminazione in atto, che sia birra, vino,  whisky, vodka, che venga da Francia, Italia, UK o Australia, poco conta. Non è in atto alcuna discriminazione, solo una presa di coscienza da parte di un Paese che ha deciso di contrastare l’abuso d’alcol con la scienza e la difesa della salute dei propri cittadini. La discriminazione in questa legge non sussiste. Parlarne significa aver accolto a braccia aperte (e mente chiusa) le parole di Coldiretti, che qualche giorno fa parlavano appunto di attacco all’Italia: ma come vi avevamo già spiegato il quell’occasione di trattava di malinformazione populista, nessuno sta attaccando il nostro Paese.

Per non farci mancare nulla vi rimandiamo nuovamente all’articolo pubblicato nel 2018 sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici italiani, Dottore ma è vero che? (con cui collaboriamo dalla sua fondazione) dove veniva appunto sfatato il mito che esistano livelli sicuri per il consumo di alcol, e facciamo nostre le parole di Luca De Fiore in un suo recente retweet:

Per non farci mancare nulla

Fino a qui abbiamo parlato quasi solo ed esclusivamente della correlazione tra bevande alcoliche e tumori, ma il problema è che a oggi, oltre a quella correlazione, ce ne sono altre di cui tenere conto. Riporta il New York Times in un articolo del 14 gennaio 2023:

L’alcol crea anche stress ossidativo, un’altra forma di danno al DNA che può essere particolarmente dannoso per le cellule che rivestono i vasi sanguigni. Lo stress ossidativo può portare a arterie irrigidite, con conseguente aumento della pressione sanguigna e malattia coronarica.

E ancora:

Ricerche più recenti hanno scoperto che anche bassi livelli di consumo di alcol aumentano leggermente il rischio di ipertensione e malattie cardiache, e il rischio aumenta notevolmente nelle persone che bevono eccessivamente…

…L’alcol è anche legato a un ritmo cardiaco anormale, noto come fibrillazione atriale , che aumenta il rischio di coaguli di sangue e ictus.

E ancora:

La causa individuale più comune di morte correlata all’alcol negli Stati Uniti è l’epatopatia alcolica, che uccide circa 22.000 persone all’anno …

…L’epatopatia alcolica ha tre fasi: fegato grasso alcolico, quando il grasso si accumula nell’organo; epatite alcolica, quando inizia a manifestarsi l’infiammazione; e cirrosi alcolica, o cicatrizzazione del tessuto. Le prime due fasi sono reversibili se smetti completamente di bere; il terzo stadio no.

Concludendo

Invitiamo tutti a taggare la Regione Emilia-Romagna sulle varie piattaforme social dove sono presenti linkando quest’articolo e quello di Dottore ma è vero che?, sia mai che capiscano l’errore grave che hanno fatto con quel post. La salute dei cittadini viene sempre prima di qualsivoglia fatturato.

maicolengel at butac punto it

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