No, (di nuovo) non c’è nessun aumento di morti tra i giovani
E di conseguenza (di nuovo) non c'è nessun giallo
Ci avete segnalato l’ennesimo articolo a firma Becchi e Zibordi pubblicato sul sito di Nicola Porro. L’articolo titola:
Giallo sulle morti in aumento tra i giovani
Pubblicato sul blog di Porro il 19 marzo 2022, lo stesso blog che il 15 dicembre 2021 si difendeva dalle nostre accuse di diffondere fake news con un articolo a firma Redazione che era a sua volta un concentrato di disinformazione e fake news.
Come sempre la prima cosa che faccio è leggere l’articolo da cima a fondo, per capire se ci siano i segni della fuffa. Arrivo a metà della prima parte di testo e trovo:
essendo la variante Omicron prevalente nel 2021 era anzi circa dieci volte meno pericolosa.
Rileggo, una, due, tre volte. Che cacchio stanno dicendo Becchi e Zibordi? Omicron è stata scoperta a novembre 2021, non è stata la variante prevalente del 2021, Becchi e Zibordi nel loro articolo basano quanto sostengono sulla base di questa menzogna. Certo, da novembre la Omicron è diventata velocemente la variante prevalente, ma sostenere che lo sia stata in generale nel 2021 è grave. La variante prevalente nel 2021 era la Delta, nel caso ve lo foste scordati.
Specie se l’informazione deve servire a sostenere che l’aumento dei decessi nella fascia dei più giovani sia dovuto non alla pandemia ma al vaccino, come fanno Becchi e Zibordi nel loro articolo.
Dato che il Covid c’era anche nel 2020 e da metà 2021 si è vaccinato anche sotto i 50 anni è evidente la correlazione di questo aumento di morti di 40enni, 30enni e 20enni con queste iniezioni.
La correlazione che fanno non ha alcun senso. Evitano completamente di parlare di lockdown stretto (come nel 2020) di varianti differenti tra il 2020 e il 2021 (la Delta è arrivata appunto a fine 2020 e si è diffusa nel 2021; nel 2020 non c’era). Ma Becchi e Zibordi sono mesi (se non fin dall’inizio della pandemia) che cavalcano narrazioni che raccontano quello che vogliono loro, senza però rappresentare lo stato dell’arte dei fatti finora noti. Lo fanno perché sanno benissimo di essere letti da un pubblico che non verifica, un pubblico che li legge perché vuole sentirsi dare ragione. Un pubblico che è da inizio pandemia che ha scelto di abbracciare una narrazione (per non dire una realtà) alternativa.
E guarda caso subito dopo parlano delle “morti improvvise”, quasi dando a intendere che prima della pandemia non fossero mai esistite:
…occorre sottolineare quello che accade tra i giovani, nella fascia tra 15 e 44 anni perché le cronache locali sono piene di casi di “malore improvvisi” (sic)
Perché da nessuna parte nel loro articolo riportano i dati che qui su BUTAC vi abbiamo raccontato allo sfinimento, quelli che chiariscono quanti malori fatali improvvisi ci siano in media ogni anno solo nel nostro Paese? Non lo fanno perché cadrebbe il castello di carte che insieme a Porro costruiscono da inizio pandemia.
Giusto per darvi materiale con cui approfondire:
- 12 agosto 2021 – La morte cardiaca improvvisa
- 9 settembre 2021 – Malori fatali e numeri a caso
- 25 novembre 2021 – Perché tanti atleti stanno crollando?
- 18 ottobre 2021 – Lo strano caso del giornalismo un tanto al chilo
Non trovo sensato ripetere cose già dette più volte. I numeri a oggi non mostrano un aumento delle morti improvvise nel 2021 rispetto al 2019 o al 2018, anni in cui la pandemia non c’era. Certo che mostrano un aumento delle morti totali, altrimenti non ci sarebbe stata un’emergenza, ma non dei malori improvvisi.
Noi non siamo qui a dire che sia impossibile che in rarissimi casi il vaccino non possa aver causato reazioni avverse gravi, ma appunto se la situazione fosse come le descrivono Becchi e Zibordi i numeri delle morti improvvise nel mondo sarebbero aumentati in maniera netta rispetto agli anni in cui non c’era una pandemia in corso. E invece i dati statistici non dimostrano affatto questo. Ma Becchi e Zibordi dei numeri se ne infischiano e scrivono:
Ma i casi sono troppi, accadono in tutti i paesi e i numeri sono tali che da metà 2021 c’è stato in Europa un eccesso di morti sotto i 65 anni e in particolare sotto i 44 anni del tutto anomalo.
Curioso che anche uno studioso che veniva portato in palmo di mano da soggetti come B&Z e lo stesso Porro racconti le cose in modo diverso:
Nei primi otto mesi del 2021 abbiamo stimato 34.599 decessi in eccesso (+7,9% dei decessi previsti), di questi 3667 tra individui in età lavorativa (25-64 anni). In questa fascia di età, la mortalità è stata dell’8,2% superiore al previsto con eccessi più elevati tra gli uomini (2972 decessi, +10,7%) rispetto alle donne (695 decessi, +4,1%).
Questo infatti è quello che riportava il prof. Remuzzi nello studio pubblicato a fine dicembre 2021. Senza mai accusare il vaccino di esserne causa. La citazione dall’abstract dello studio, da sola, basta a smentire l’affermazione che sia da metà 2021 che abbiamo visto una mortalità in eccesso. La mortalità in eccesso è presente dal 2020.
E nel 2021 in generale quella mortalità in eccesso si è ridotta circa a un terzo di quello che era stata nel 2020, infatti sempre Remuzzi nel suo studio di fine dicembre spiegava che a suo avviso si è ridotta per merito di:
E sempre secondo Remuzzi e i dati a sua disposizione nel periodo di stesura dello studio, nei primi 8 mesi del 2021 la mortalità generale in eccesso si è ridotta circa a un terzo di quello che era stata nel 2020 e nel suo studio di fine dicembre spiegava che a suo avviso si è ridotta per merito di:
…a combination of factors including the dynamic of the pandemic in Italy, the prepared-ness of our health system, the measures adopted by the Government to prevent the spread of the disease and the successful vaccination campaign
Che tradotto:
…una combinazione di fattori tra cui la dinamica della pandemia in Italia, la preparazione del nostro sistema sanitario, le misure adottate dal Governo per prevenire la diffusione della malattia e la riuscita campagna vaccinale
Chi racconta le cose come hanno fatto Porro, Becchi e Zibordi è complice (conscio) di disinformazione sulla pandemia, chi ha contribuito a quella disinformazione portando la gente a non vaccinarsi o a credere che le misure di contenimento fossero inutili è, a mio avviso, in parte colpevole di quell’eccesso di mortalità. Se i parenti di coloro che hanno rifiutato i vaccini e i distanziamenti a causa della costante disinformazione si unissero in class action contro chi quella disinformazione l’ha diffusa, forse non farebbero una cosa così raminga. Se lo Stato, che ha visto ospedali e strutture sanitarie sotto sforzo anche per colpa di questa disinformazione, decidesse di punire quelli che potremmo definire grandi diffusori per ogni notizia pubblicata non verificata, lo ammetto, festeggerei.
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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