Messora “spiana” i debunkers
Sul canale Youtube de Il Greg è apparso un video che arriva da Claudio Messora, Gregis lo pubblica col titolo che avete visto a inizio articolo, con quel debunkers con la s finale. Ma vabbè, fosse non sapere l’italiano il suo problema poverino… Quello che c’interessa è il video di Claudio Messora.
Che fin dall’inizio ci tiene a dire la sua:
…questa lista di debunker international che decidono che cosa è vero e cosa è falso perché loro sono capaci capito loro sono bravi e quindi inondano la rete nella loro del loro verbo divino
Allora, io non vorrei essere pignolo, ma Messora inonda la rete delle sue verità da anni, e lo fa in maniera molto più capillare di qualsiasi debunker, lo fa con l’appoggio del presidente della RAI di cui è buon amico. Lo fa su Facebook, su Youtube, a breve sul digitale terrestre, da tempo su Mastodon fuori dai normali social. Accusare altri di inondare la rete con contenuti da loro prodotti (e tutti con fonti affidabili e trasparenti) è vergognoso, soprattutto se alle spalle hai quel motore da fuffa che è ByoBlu (in blacklist dal 2014).
Ma andiamo oltre.
Il succo della prima parte del video è una lezione su come si verificano i fatti, una lezione impartita da Claudio Messora ai giornalisti di FACTA. La vicenda è presto riassunta: ByoBlu ha pubblicato un video ripreso a Cesena, dove Antonietta Gatti ha raccontato che la storia delle bare di Bergamo portate via coi camion dell’esercito andava molto ridimensionata. Andava ridimensionata perché lei nei giorni in cui quella famosa foto coi carri dell’esercito circolava, dubbiosa che la vicenda fosse reale, aveva chiamato un becchino a Bergamo che le aveva spiegato che (riporto dalle parole di Messora che riporta le parole della Gatti suppergiù):
…ho chiamato un becchino delle pompe funebri a Bergamo e questo becchino mi ha detto: “ma no, è che c’erano… abbiamo lasciato qualche bara fuori dal cimitero per via delle regole CoVid erano.. c’erano qualche bar… bara in più insomma poche non quello che eh eh… Siccome puzzavano e siccome noi con le nostre macchine non vogliamo portare, erano rimaste tre quattro giorni fuori, non vogliamo portare dei deceduti in avanzato stato di decomposizione allora cosa abbiamo fatto? abbiamo segnalato la cosa, abbiamo chiamato l’esercito e li hanno portati via loro…
E qui viene la parte dove Messora impartisce una lezione di fact-checking a FACTA:
Giornalisticamente la Gatti è una fonte. Cioè è lei che dice questa cosa quindi uno se vuole le contesta a lei no? Ma per contestarla tu dovresti capire se la storia è vera o non è vera cioè, non puoi dire che è falso così, dovresti chiamare la Gatti e dovresti dire: scusa chi è quel signore che tu hai sentito?
Davvero a questo punto è stato difficile non scoppiare a ridere. Perché ByoBlu, fino a prova contraria, è una testata giornalistica registrata, quindi sei tu, Claudio Messora, giornalista, che ti trovi di fronte alla fonte, e che prima di pubblicare il video di Antonietta Gatti dovresti verificare la notizia. Non FACTA che la riprende da te, non altri. Sei tu stesso a doverla verificare prima di pubblicarla. Non capire questo semplice concetto da parte di un giornalista è grave, e passarlo ai propri follower è avvelenare il pozzo. Antonietta Gatti, che ha riportato quell’aneddoto, dovrebbe indicare ai giornalisti di ByoBlu la fonte con la quale ha avuto la telefonata, dando nome e cognome del becchino. E sono sempre i giornalisti di ByoBlu che, prima di passare qualsiasi video in cui viene fatta un’affermazione, dovrebbero verificarla. Altrimenti diventano complici di possibile disinformazione.
ByoBlu non è più “solo un blog” ma una testata giornalistica, che sta per passare al digitale terrestre, aver presente che questo comporta precise responsabilità nella verifica dei fatti è importante. E invece a quanto pare Claudio Messora ci tiene a farci sapere che quanto riportato da ByoBlu viene diffuso regolarmente senza alcuna verifica dei fatti, perché quella ci si aspetta che la facciano i debunker. Che come sappiamo, però, sono tutti brutti e cattivi, quindi se per caso osassero sollevare dubbi starebbero inondando la rete del loro verbo divino. Insomma, a quanto pare una verifica è meglio non farla proprio e abbeverarsi acriticamente alla fonte che abbiamo deciso a prescindere essere più affidabile.
FACTA si limitava, giustamente, a spiegare che i due aneddoti raccontati da Antonietta Gatti fossero falsi e privi di fonti. Il primo, che Messora non cita nel suo video, era la foto di tante bare che aveva realmente circolato nei momenti peggiori della pandemia, ne avevamo parlato anche noi spiegando appunto che si trattava di un falso messo in circolazione per avvelenare il pozzo da qualche ignobile bufalaro. Antonietta Gatti quella storia, dal palco di Cesena, la raccontava così:
Durante la quarantena ci facevano vedere una sala piena di bare ed era un servizio vecchio sui naufragati a Lampedusa, ho pensato che il giornalista si fosse sbagliato. Poi vedo un sacco di bare sui camion militari e a questo punto ho telefonato a una persona delle pompe funebri di Bergamo e mi ha detto: “ma non crederai a quello che ti dice la televisione?”. Da quel momento l’ho spenta e non ho più sentito nulla»
Spiega FACTA:
Come verificato dai colleghi di Pagella Politica lo scorso 19 marzo, un’immagine che ritraeva oltre 100 bare di migranti morti durante la traversata del Mediterraneo, scattata il 3 ottobre 2013 a Lampedusa, era stata effettivamente pubblicata su Facebook e spacciata per una fotografia scattata a Bergamo durante l’epidemia di Covid-19. Non esiste alcun riscontro, però, circa il fatto che la stessa immagine sia stata mandata in onda dai telegiornali durante la quarantena.
Sull’altro racconto, quello a cui fa riferimento Messora, FACTA ha riportato:
Quanto alle bare caricate sui «camion militari», il riferimento è all’immagine scattata nella notte tra il 18 e il 19 marzo 2020, che immortala un convoglio dell’esercito impegnato a trasportare 65 bare che la città di Bergamo, allo stremo, non poteva seppellire. La circostanza è avvalorata da numerose testimonianze, tra cui un video, pubblicato su Twitter dall’utente @fcrimaldi81 e un’intervista del Corriere della Sera al militare che guidava uno dei camion.
Quindi ci vengono fornite fonti, un’intervista a un militare che guidava uno dei camion e alcuni video. Certo non sbufalano le parole di Gatti, ma è importante che lo facciano? Il numero delle bare caricate dai militari è stato confermato più volte, non erano poche, 65 non mi sembrano poche. Non erano abbandonate fuori dal cimitero. Ma era impossibile continuare a conservarle negli obitori di Bergamo, mancava lo spazio, e il rischio era che appunto iniziassero a decomporsi. Portarle coi carri funebri una alla volta in altra location era ovviamente improponibile. Dei camion militari erano più sensati.
Vedete, io non metto in dubbio le parole di Antonietta Gatti, perché non sono importanti. Che a Bergamo ci siano stati molti più morti degli altri anni è un dato di fatto, che chiunque può verificare. Non m’interessa se un anonimo becchino ha davvero detto quelle cose, non cambia la situazione in alcuna maniera. Perché i fatti, quelli invece che possiamo verificare tutti, sono che a Bergamo sono morte tante persone, davvero tante.
O forse Messora vuole mettere in dubbio anche questo?
Dopo questa prima parte Claudio parte un po’ per la tangente, usa più volte il termine bimbominkia sostenendo che la scritta FALSO sulle immagini dei siti di fact-checking sia una bimbominkiata. Io potrei anche essere d’accordo con Messora su questo, sicuramente le etichette portano molto spesso a una semplificazione non sempre corretta, ma la usiamo (anche noi) perché sappiamo bene come funziona la rete. Siamo tutti d’accordo nel sostenere che, proprio perché è una semplificazione, è comunque sempre necessario leggere un articolo nella sua interezza per comprendere l’argomento di cui si parla, e magari approfondire anche verificando le fonti che lo accompagnano. Ma la maggior parte delle persone condivide contenuti sulla base di immagini e titoli ed è sciocco fare finta che non sia così solo perché noi lo preferiremmo. Poter comunicare rapidamente fin da subito di cosa tratta il contenuto linkato tramite la sua anteprima è un sistema per raggiungere più persone, anche quelle che l’articolo non lo leggerebbero comunque, tipo quelli che seguono i video di Messora.
Che guarda caso, pur non usando le scritte FALSO o VERO come un bimbominkia qualsiasi, da anni divide il mondo in noi/loro, buoni/cattivi, debunker/giornalisti indipendenti, e qualsiasi altra semplificazione da adolescente incacchiato incapace di comprendere la complessità del mondo che lo circonda gli venga in mente, e possa portare acqua al proprio mulino.
Non credo ci sia altro da aggiungere.
maicolengel at butac punto it
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