Stramezzi, crisi alimentare e insetti

Un intervento a Radio Radio di cui andiamo a verificare i fatti

Ci avete segnalato un video che è stato pubblicato da Radio Radio, ospite il dottor Stramezzi, che, per una volta, non parla di vaccini e medicina ma di agricoltura e crisi alimentare.

Il video è questo:

Stramezzi racconta le stesse identiche cose che aveva sostenuto su Twitter Alessandro Meluzzi a fine agosto, e di cui avevamo parlato qui su BUTAC a inizio settembre. Evidentemente Meluzzi e Stramezzi s’informano alla stessa fonte e nessuno dei due segue siti che facciano verifica dei fatti, peccato per Stramezzi, si sarebbe evitato l’accusa di disinformare.

L’occasione per toccare l’argomento agricoltura è stata un intervento ai microfoni di Radio Radio per parlare del programma di Italexit (che a oggi è fuori dal Parlamento) con cui Stramezzi era candidato. L’intervista è decisamente più lunga del video qui sopra; nella prima parte si parla di medicina, ripetendo cose di cui abbiamo già parlato. Ma la seconda parte, che si concentra su altro, è comunque più lunga del breve pezzo di video che avete visto e credo che – per inquadrare al meglio il dottor Stramezzi e il partito con cui si candidava – vada trattata tutta, senza estrapolarne solo una parte. L’ho fatto trascrivendo quanto detto da Stramezzi dal video.

L’intervistatore introduce l’argomento con queste parole:

…io direi di tenerci su questo, su una parte che ha sorpreso anche me quando leggevo il tuo programma: l’agricoltura, il tema agricoltura e l’ingerenza europea sulla nostra agricoltura, quindi su dei prodotti, come sapete tutti, il food, è il campo alimentare per l’Italia è più di un simbolo…

Racconta il dottore:

È un’eccellenza nel mondo l’agroalimentare italiano, eppure l’Unione Europea da decenni sta cercando di bloccarcelo. Voi vi ricorderete le quote latte col latte che veniva rovesciato dagli allevatori. Le distruzioni a tonnellate di pomodori, di aranci, non solo.

Fermiamoci un secondo, ma voi lo sapete di cosa sta parlando Stramezzi?

Le quote latte, frutta e verdura

Qui su BUTAC trattammo l’argomento quote latte, frutta e verdura tanti anni fa. Le quote latte sono state introdotte nel 1984 e si basavano (come quelle di frutta e verdura) su quanto i nostri allevatori e coltivatori dichiaravano di produrre. Il motivo per fare ciò era il controllo dei prezzi. Se c’è un Paese che produce molto più del necessario causa un abbassamento del prezzo di quel prodotto, con danno per tutti gli altri produttori. Vale per il latte come per le arance e i pomodori. Non sono state introdotte per “bloccare l’agroalimentare italiano”: sostenerlo è il tipico atteggiamento vittimista di chi non riconosce una propria colpa. Purtroppo i giornalisti, oggi come allora, spiegano le cose poco e male, portando tanti poco abituati ad approfondire a convincersi, come Stramezzi, di cose che non erano. Gli allevatori che gettavano il latte erano soggetti che dal 1984, giorno d’introduzione delle quote, al 2002, anno in cui sarebbero dovuti iniziare i pagamenti dei dazi per esuberi produttivi, non hanno fatto nulla di nulla per restare nei limiti. Limiti che erano così bassi in quanto gli stessi allevatori, nel 1984, avevano dichiarato meno di quanto producevano per paura di controlli incrociati col fisco. In pratica Stramezzi sta difendendo degli evasori fiscali con limitate capacità imprenditoriali, altro che eccellenze italiane.

Ma passiamo oltre. Stramezzi continua:

Si sono inventati i PAC qualche decennio fa. È una specie di reddito di cittadinanza ante litteram, cioè loro hanno chiesto agli agricoltori di non coltivare più, di lasciare i campi a prato, e gli danno le sovvenzioni. Io conosco un agricoltore che prende 80mila euro all’anno dall’UE per non coltivare i suoi terreni, da vent’anni li prende.

Partiamo col dire che non sono i PAC, ma la PAC, che sta per Politica Agricola Comune, politica comunitaria prevista fin dal 1957 – anno in cui fu istituita la CEE, Comunità Economica Europea.

La PAC

E la PAC è stata istituita proprio per difendere e tutelare l’agricoltura di tutti i Paesi dell’Unione. La PAC ha indubbiamente dei difetti, che sono venuti a galla negli anni, ed è vero che pur premiando le aziende meritevoli il contributo finisce anche nelle tasche di chi è meno efficiente e si accontenta. Sono anni, difatti, che si sta dibattendo su come cambiare la politica agricola – che nei primi anni, è corretto evidenziarlo, danneggiò il nostro Paese prediligendo per i contributi e gli aiuti i Paesi che producevano prodotti primari come grano e patate, e non secondari come olio d’oliva e vino.

E torniamo a Stramezzi, che nel suo dialogo con il conduttore continua:

Ma soprattutto, loro cos’hanno creato? In pratica hanno cercato di bloccare l’agricoltura italiana, soprattutto le eccellenze, di non farci coltivare.

Falso, come avete appena letto, le politiche di controllo sulle quote non sono state introdotte per bloccare la nostra agricoltura, ma per aiutare i nostri agricoltori e allevatori a essere pagati la cifra corretta per il loro prodotto. Non siamo diventati dipendenti dall’estero, su una merce come quella di cui Stramezzi sta per parlare, infatti, da sempre non siamo in grado di produrne a sufficienza per il fabbisogno alimentare e produttivo del Paese.

Le importazioni di grano

Stramezzi:

Quindi noi siamo diventati dipendenti, non siamo più autosufficienti, dall’estero. Per esempio il grano dell’Ucraina piuttosto che il riso che viene dall’Asia.

Il grano che produciamo in Italia, dal dopo guerra, non è sufficiente al fabbisogno alimentare e produttivo del Paese, certo che dobbiamo importarne, ma non dall’Ucraina, la maggior parte del grano che importiamo arriva da posti come il Canada.

Stramezzi è decisamente poco informato sui fatti. E piuttosto che non si può usare con valore disgiuntivo.

Andiamo avanti ché siamo arrivati, finalmente, al fulcro del discorso di Stramezzi:

Ebbene questo cosa porta? Porta la prossima emergenza che già stanno parlando che è l’emergenza alimentare. E la von der Leyen la gente non lo sa ma ha approvato, i ministri italiani i recenti governi zitti, ha approvato che in Italia vengono venduti e prodotti ehm delle cose tipo la pasta o i biscotti per bambini che contengono nell’elenco degli ingredienti farine proteiche. Bene, queste farine proteiche, la gente lo deve sapere, sono insetti sfarinati, cioè grilli secchi che  vengono sfarinati.

Questo è quanto sosteneva appunto Alessandro Meluzzi, e che citavamo in apertura d’articolo. Nel nostro articolo di inizio settembre spiegavamo che:

 In Europa sono autorizzati (finora) solo tre insetti per l’alimentazione dell’uomo:

  • locusta migratoria
  • tarme della farina essiccate
  • grilli domestici

Tutti e tre gli ingredienti vanno correttamente riportati in etichetta con la loro denominazione specifica, anche perché, ad esempio, è noto che la locusta migratoria può causare reazioni allergiche come i crostacei, quindi la sua presenza va sempre dichiarata. In nessuno dei casi finora autorizzati si può decidere di evitare di specificare in etichetta la presenza di insetti.

Se leggendo l’etichetta di un prodotto che state per comprare o avete in casa leggete “farine proteiche” non significa che abbiano insetti dentro, esistono tante farine proteiche che non fanno alcun uso di insetti per la loro composizione. Onestamente credo che chi produce farine proteiche potrebbe, per giusta ragione, fare causa a Stramezzi come a Meluzzi.

Stramezzi non si ferma:

E le multinazionali cosa fanno? Sono furbe, prendono, ritirano una delle nostre aziende che è in crisi producono la pasta in uno stabilimento italiano quindi c’è scritto Made in Italy pasta di grano duro e farine proteiche e quindi ce le mangiamo senza sapere che sono insetti. Non solo la von der Leyen  ha fatto una conferenza un mesetto fa in cui ha detto che secondo lei nelle mense scolastiche, quindi i nostri bambini dal nido fino alla terza media, devono dare insetti da mangiare ai bambini. Questi sono pazzi, se li mangino loro e soprattutto dobbiamo vietarli secondo me che in Italia si producono e si vendono soprattutto senza scriverlo negli ingredienti: farina, pasta, biscotti per bambini che sono già in vendita nei supermercati che contengono insetti.

Stramezzi non porta una singola prova di quanto sostiene, molto probabilmente perché non ne ha. Ogni affermazione che ha riportato è frutto di disinformazione. Non so dirvi se lui sappia che si tratta di disinformazione o se ci creda. Quello che però possiamo dirvi con certezza è che non è vero che si nascondano farine fatte con insetti nei prodotti che mangiamo e non è vero che la von der Leyen ha detto che i bambini devono (inteso come obbligo) mangiare insetti a scuola. Il discorso è molto più lungo e complesso, ma è evidente che Stramezzi non era interessato davvero a parlare di crisi alimentare globale, tanto i suoi potenziali elettori si fidano ciecamente delle parole sue e dei suoi sodali.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.