Feti e vaccini: sempre colpa della rete?
Non direi proprio, e vorrei tanto che i piccoli personaggi che di solito puntano il dito sulle fake news accusando la rete di esserne il principale veicolo di aprire un poco gli occhi.
Quella che vedete qui sotto è un’immagine presente sulla prima pagina de La Verità del 19 ottobre 2017.
A firma Patrizia Floder Reitter una lunga intervista alla coppia Gatti-Montanari. In prima pagina, su una testata nazionale (poco importa che venda 10, 100 o 1000 copie). Una testata che oltretutto pubblica solo su carta, la sua versione online è inesistente, molto strano nel 2017.
Non è mia intenzione stare a dilungarmi più di tanto su cosa dicano i nostri “eroi delle nanocose”, ma vorrei che vi concentraste sul titolone sparato in prima pagina:
Soldi alle donne per farle abortire. Usano i feti per produrre i vaccini
Non ho la più pallida idea se la frase sia stata realmente detta o meno, ma so (e lo sapete anche voi che leggete BUTAC da tempo) che si tratta di una bufala, fatta girare da trent’anni da tutti i sostenitori dell’antivaccinismo (e da qualche integralista religioso). Verissimo che per produrre dei vaccini si sia partiti da una specifica coltura cellulare ricavata circa cinquanta anni fa. Come spiegava ABC News già qualche tempo addietro:
Le cellule originali sono state ottenute più di 50 anni fa e sono state mantenute sotto stretto controllo federale da parte della American Type Culture Collection, secondo Merck. “Queste linee cellulari sono state rimosse da più di tre generazioni dalla loro origine, e non abbiamo usato alcun nuovo tessuto per produrre i vaccini,” la società farmaceutica ha aggiunto nella sua dichiarazione. Dire che i vaccini contengono una notevole quantità di tessuto fetale umano, come alcuni obiettori ai vaccini sostengono, è fuorviante, ha sottolineato il dottor Paul Offit, il direttore del centro di educazione vaccino presso l’Ospedale dei Bambini di Philadelphia. “Ci sono forse nanogrammi di frammenti di DNA ancora presenti nel vaccino, forse miliardesimi di grammo,” ha detto.
Chiunque faccia leva sulla storia dei feti abortiti sta raccontando bugie, bugie con gambe davvero corte, e mi sorprende che una testata giornalistica pubblichi così, senza alcuna verifica, senza alcun approfondimento. Il titolone della prima pagina l’avete visto, ma non è finita lì:
Nell’articolo all’interno si sostiene (sempre nel titolone) che le donne oltre ad esser pagate per abortire vengano anche usate per produrre un numero elevato di feti…
Feti abortiti per fabbricare vaccini. Donne usate come galline ovaiole
Io non so se queste siano davvero le parole usate dai due intervistati o una scelta della redazione, non m’importa, da demistificatore so bene che si tratta di assurda disinformazione, che viene divulgata da una giornalista regolarmente iscritta all’Ordine. Almeno ci fosse stata una parvenza di contraddittorio, un’idea di verifica dei fatti, nulla, si è scelto di sbattere il titolone acchiappa-freevax in prima pagina, convinti forse che nessuno se ne accorgesse. Al solito qualcuno dirà che si è scelto di “raccontare una storia”, peccato che per l’ennesima volta invece di fatti si spaccino fantasie.
Io sono per la libertà di espressione, sia chiaro, non faccio parte del team censura, mi va benissimo che la coppia Gatti-Montanari racconti quello che vuole sul proprio blog, che faccia conferenze, pagati per ripetere sempre le stesse cose. Ma che giornali, radio e tv che fanno “informazione” riportino le loro parole senza verificare se sono fantasie o fatti lo ritengo gravissimo. Compito del giornalista deve essere quello di informare il lettore, non di fare da tramite a chiunque si senta in diritto di dire qualcosa. Altrimenti tanto vale che i giornalisti vadano in pensione, e che si mettano dei bei dittatofoni nelle redazioni, collegati a un centralino: tu chiami racconti quel che ti pare, lui registra, mette nero su bianco e poi il direttore padre-padrone della testata sceglierà quali delle tante storie pubblicare. Le cose cambierebbero decisamente poco per il lettore finale, storie legge oggi, storie leggerebbe domani, con la grande fortuna di non aver pagato stipendi a chi le ha scritte.
Di vaccini e feti abortiti qui su BUTAC abbiamo già parlato nel 2015 e nel 2016.
Come abbiamo già parlato più volte della coppia Montanari e Gatti:
- I metalli pesanti nei cibi di ogni giorno
- Vaccini qualcuno si sta innervosendo
- Il processo al Meningitec
- Montanari e la meningite, facciamo chiarezza
- Le scie chimiche e la scienza
- Inquinamento da nanoparticelle
- Vaccini inquinati
- Analizzate 16 fiale di vaccini, tutte inquinate
Inviterei la giornalista Patrizia Floder Reitter a dedicare due paginoni identici a medici come Guido Silvestri, Luigi LoPalco, Roberto Burioni, Salvo di Grazia e non solo, come vi ripeto più volte siamo di fronte ad una falsa par condicio, per due convinti antivaccinisti ci sono ventimila convinti provaccini, dare risalto ai bastian contrari non è informare il lettore.
Dimenticavo, Stefano Montanari, senza citarmi o taggarmi qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook parlava di me e di BUTAC, riporto copia e incollando:
Dal 2015 diffondo informazioni su questo tema e sono stato inserito tra i “bufalari” da un noto sito che si affretta a smentire qualunque cosa io dica e scriva e che sostiene di “fare chiarezza” in modo scientifico. Non so chi paghi il signore in questione (al quale non intendo fare pubblicità) per perdere tutto questo tempo ad offendermi, ma riporto il suo scritto:
“Per quanto ne dica Montanari, a definire un’epidemia non sono dei numeri assoluti. Non esiste un numero applicabile a qualunque malattia oltre il quale si può parlare o meno di epidemia, ma è un valore che va sempre riferito a quanto queste siano normalmente presenti. Ergo, se normalmente ho 200 casi annui di meningococco in Italia, nel caso ne riscontrassi 500 non attenderei che si arrivi a 100.000 prima di agire. La campagna di vaccinazione straordinaria in Toscana è dunque estremamente sensata, ed ha lo scopo di limitarne la diffusione.”
Questo il 06 Gennaio 2017. Il 5 gennaio 2017 il Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica annuncia che: “Meningite: l’epidemia è solo mediatica.” Mi domando come mai il signore in questione non si sia affrettato a cancellare il suo articolo, dato che il Ministero della Sanità ha dato ragione in pieno a ciò che io sostenevo da mesi. http://www.epicentro.iss.it/…/meningi…/EpidemiaMediatica.asp
Quanto riporta Montanari è “corretto”, non c’era un’emergenza nazionale, ma solo l’intento di fare prevenzione, il mio articolo su BUTAC difatti non titolava “Allarme meningite” ma spiegava perché la prevenzione è importante.
Lo facevo guarda caso riportando gli stessi numeri che riporta Epicentro e cercavo di spiegare:
Il ritorno di questo batterio alla cronaca negli ultimi anni è dovuto ad un incremento sostanziale dei casi di meningite da neisseria in Toscana, dove dal 2014 al 2015 i nuovi casi sono passati da 16 a 38, oltre il 200% in un anno, e dove proprio in questi giorni stanno ne stanno spuntando di nuovi. Certo, presi su larga scala sono numeri non allarmistici, ma nella singola regione vedere il meningococco balzare da 16 casi annui a 3 nell’arco di UN GIORNO è quantomeno preoccupante.
Di questo Montanari non fa cenno, evita accuratamente di spiegare ai propri follower che la mia osservazione era riferita alla Toscana, regione in cui lo stesso Epicentro confermava esserci un aumento dei casi anche se in generale sull’intero territorio l’emergenza non c’era. Ma il mio articolo era l’ennesima critica allo stesso Montanari, era ovvio che prima o poi mi rispondesse a tono. Siamo ai livelli delle baruffe da terza elementare, ed è triste, perché alla fine soggetti così stanno giocano con la vita dei nostri figli.
Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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