La marcia dei trattori e le responsabilità di chi informa

La stampa che amplifica il populismo non fa certo un buon servizio ai cittadini che vogliono informarsi

Sono alcuni giorni che sui giornali tiene banco quella che è stata chiamata “la protesta dei trattori”. Titola ad esempio ANSA:

La marcia dei trattori, protesta degli agricoltori autonomi

In piazza contro la carne coltivata. Italia con 11 Paesi per stop
La protesta, da noi come in altri Paesi, parte da una specifica lobby, in Italia rappresentata principalmente da Coldiretti. È da tempo che qui su BUTAC cerchiamo di riportare in maniera corretta la tanta malinformazione in materia. Purtroppo non vediamo fare lo stesso dai giornali, che, sull’onda del sensazionalismo, danno grandissimo spazio alle proteste evitando regolarmente di spiegare ai lettori perché i motivi delle proteste sono sbagliati, visto che sono basati in gran parte su disinformazione.

Disinformazione che molti media hanno cavalcato durante quest’anno, evitando accuratamente il fact-checking delle parole usate sia da Coldiretti che dal nostro Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

ANSA ci racconta:

Manifestano a difesa dell’agricoltura e dei territori, del lavoro e delle piccole imprese e contro le importazioni, i sindacati, le banche, le grandi Confederazioni agricole.

Ma non c’è nessuna cattiva Unione Europea che vuole attaccare l’agricoltura. Ci sono populisti che cercano di fare quello che provarono già a fare alcuni anni fa, ovvero smontare l’Unione Europea. Qualcuno ci è pure riuscito, portando – grazie alle proteste populiste – il proprio Paese a votare per l’uscita dall’UE. Ma non basta, chi si cela dietro ai tanti movimenti populisti sogna un’Europa sempre più debole, un’Europa magari senza alcuni dei Paesi che l’hanno fondata.

Leggere frasi come:

Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare.

senza che il giornalista spieghi che si tratta appunto di disinformazione, che l’UE non sta facendo nulla di quanto sostenuto dai portavoce di queste proteste, è grave. Perché ovviamente il messaggio per chi legge a casa è “bravi che difendete i nostri diritti, bravi che combattete la cattiva Unione Europea”.

Non credo che serva spiegarvi per l’ennesima volta il perché si tratta di malinformazione, chi legge BUTAC con costanza sa già che la questione carne coltivata, come quella sulla farina d’insetti sono questioni di nessuna preoccupazione. Nessuno obbliga il cittadino a mangiare carne coltivata o farina d’insetti, come nessuno vuole vietare il vino, o ci obbliga ad avere zucchine lunghe un tot di centimetri.

Puro populismo, che in un Paese dove le testate serie che fanno vera informazione sono più rare delle mosche bianche funziona benissimo. Il cittadino legge le stesse cose ovunque, e ovviamente si convince siano verità.

Noi di carne coltivata abbiamo parlato pubblicamente insieme a Gabriele Scrofani, che di queste tematiche si occupa per formazione e per lavoro e che accetta sempre di parlarne con entusiasmo, perché per i giornalisti è così difficile ascoltare e dare spazio a voci indipendenti esperte di ciò di cui si parla?

Coldiretti, e gli altri che l’affiancano, stanno facendo lobbismo, difendendo gli interessi di una specifica parte dei coltivatori italiani, quelli che ancora oggi vorrebbero fossimo negli anni Settanta del secolo scorso, senza regole, senza controlli, senza Unione Europea. Quelli che vogliono convincervi che si stava meglio. Eppure chi negli anni Settanta c’era sa bene che è l’ennesima bufala. Non si stava bene negli anni Settanta, e l’apparente società benestante della Milano da bere del decennio successivo era dovuta a una classe politica che ha poi portato a quelle che sono state Tangentopoli e l’operazione Mani Pulite. Sia chiaro, oggi vediamo in Parlamento tanti che vorrebbero tornare a quegli anni. Ma dobbiamo resistere, non cadere in questa costante disinformazione, vigilare affinché chi racconta balle sull’UE o su qualsiasi altra tematica che ci riguarda come cittadini venga regolarmente smentito.

Perché sono proprio populismi di questo tenore che possono far naufragare la missione dell’Unione Europea.

Questo non significa che non possano esserci motivi anche validi dietro alle proteste, ma non sono quelli spiegati in articoli come quelli sulla carne coltivata. Su Ruminantia ho trovato un articolo equilibrato che spiega un po’ meglio i fatti, suggerisco a tutti di darci un’occhiata, specie a politici e giornalisti. Articolo che tra le altre cose riporta:

la preoccupazione per i toni dei molti post su Facebook … spesso i loro autori lasciano il dubbio che non siano persone reali ma falsi profili per una campagna di disinformazione atta a indirizzare le prossime elezioni europee.

Credo sia interessante riportare le parole del parlamentare europeo Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura sotto un governo Berlusconi, durante l’ultima plenaria a Strasburgo:

Per la prima volta, questa legislatura europea ha creato la percezione di un’Unione nemica degli agricoltori e delle categorie produttive.

Non abbiamo saputo costruire un progetto che coinvolga l’agricoltura europea facendola sentire protagonista della transizione verde, e non imputata. Ma senza l’adesione convinta dei nostri agricoltori e dell’intero sistema agro-alimentare, qualsiasi prospettiva di neutralità climatica diventa irrealizzabile.

Ora, ignorare le manifestazioni degli ultimi mesi, etichettandole come movimenti estremisti, sarebbe l’ennesimo errore.

A differenza delle forze populiste, che offrono sempre la soluzione di tornare a “come era prima”, abbiamo infatti la possibilità di mettere in campo nuove, decisive opportunità – dall’intelligenza artificiale alle biotecnologie sostenibili – per riallacciare il legame con le nostre comunità rurali.

Cari colleghi: cogliamo questa occasione, affinché l’Unione torni ad accompagnare gli agricoltori verso sistemi produttivi sostenibili, senza pregiudicarne la competitività.

Grazie

Concludendo

Nell’anno delle elezioni europee ci aspettavamo che ritornasse a circolare, come già visto in passato, questo genere di disinformazione. Per quei (pochi) giornalisti che ci leggono crediamo di fare cosa gradita fornendo un breve elenco delle ultime notizie di disinformazione che abbiamo trattato e che in un modo o nell’altro riteniamo riguardino direttamente o meno anche l’Unione Europea:

Per non parlare delle tante notizie viste in passato, che tornano a circolare impunite visto che i giornalisti che fanno chiarezza sono sempre troppo pochi:

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.